25 ottobre 2015

Sala Conferenze del Museo Diocesano • Reggio Emilia • Domenica 25 ottobre ore 16.30

ENSEMBLE LA PIFARESCHA

Stefano Vezzani
flauti, flauto e tamburo, bombarde
Marco Ferrari
flauti, cornamuse, bombarde
Mauro Morini
tromboni, tromba diritta, tromba da tirarsi
Corrado Colliard
tromboni, tromba diritta, tromba da tirarsi
Fabio Tricomi
viella, flauto da tamburo, percussioni

Concerto in memoria di Rossano Cilloni
Offerto da: Francesco Giudici e Olga Sassi

 

PROGRAMMA 

“Di guerra e di pace”

Anonimo XV sec., Belle qui tiens ma vie
Anonimo XV sec., O Partita Crudele
Josquin Desprez (ca. 1450 – 1521), Scaramella va alla guerra
J. Martini (c.1440-c.1498), Canti zoiosi (J’ai pris amours)
A. Caprioli (1425 – 1475), E d’un bel matin d’amore
Pierre Phalèse (1510 – 1575), Pavane et Gagliarde de la Guerre
Josquin Desprez (ca. 1450 – 1521), Chanson “Mille regretz”
Tielman Susato (1510 – 1570), Pavane “Mille regretz”
M. Von Hessen (1572 – ?), Pastorella
Anonimo XV sec., Amoroso
Anonimo XVI sec., Basse Dance
Anonimo XVI sec., Tourdion
Baldasarre Donato (1530 – 1603), O dolce vita mia, non mi far guerra
M. von Hessen (1572 – ?), Pavana del povero soldato
Anonimo XVI sec., Symphonia ad laudem summi regi
G. Gastoldi (1550 – 1622), Amor Vittorioso

 

Si ringraziano Mons. Tiziano Ghirelli, Fernando G. Miele, l’Ufficio Diocesano Beni Culturali, la Prof.ssa Giuliana Montanari e i Volontari del Museo Diocesano per la disponibilità e la preziosa collaborazione. 

INFO| Museo Diocesano, Sala Conferenze – via V. Veneto, 6 – Reggio Emilia

SCARICA QUI IL PROGRAMMA DI SALA

 

NOTE AL PROGRAMMA

Di guerra e di pace. Musiche strumentali del Rinascimento

Da sempre i momenti di Guerra e di Pace dividono crudelmente le vite ed i destini dell’umanità. Nonostante le grandi aspettative nei confronti del futuro introdotte dalla scoperta delle Americhe, il Rinascimento non riuscirà mai ad affrancarsi anche minimamente dalla schiavitù delle armi. Convivranno infatti in maniera stridente il momento di massimo impulso verso il rifiorire delle arti con le peggiori vicende di sangue e lotte fratricide. Inoltre, in un secolo dove le arti avrebbero potuto finalmente essere più libere ed indipendenti, colpisce l’atteggiamento ossequioso e celebrativo mostrato nel cantare le gesta in battaglia dei protagonisti della politica.
Si sa, le arti plastiche e figurative sono da sempre pericolosamente attratte dalla celebrazione del potere, e le retoriche rappresentazioni degli eroismi e degli apparenti atti di coraggio in guerra costituiscono il mezzo propagandistico per eccellenza, soprattutto in una civiltà preindustriale come quella rinascimentale. In questo panorama desolante, la musica, arte più sottile e meno definibile, prende da subito una curiosa piega che unisce celebrazione ed ironia: nella maggior parte delle composizioni infatti, è difficile dire se vi sia più compiacimento o presa in giro verso le turbe degli eserciti contrapposti ed i loro presunti valorosi condottieri. Orgogliosi di questo embrionale senso critico ante litteram, nasce l’idea del programma da concerto qui presentato: non un’apoteosi della Guerra e delle sue malefatte, ma uno specchio musicale della vita quotidiana dell’uomo rinascimentale, diviso tra istinto e razionalità, distruzione e creazione, miseria e nobiltà d’animo, morte e vita.

Il programma offre quindi una rappresentazione in musica fortemente caratterizzata: da una parte la guerra, con il fragore e i ritmi della battaglia, dall’altra la festa con il suo carattere liberatorio di spensieratezza e frenesia quasi apotropaica. Ed ancora una volta, la malinconica attualità del tema della pace, mai troppo desiderata aspirazione dell’uomo. Nella scelta del repertorio strumentale compreso tra la fine del quattrocento ed il primo seicento, si è data la preferenza a brani che trattano della Guerra e della Pace a vari livelli, a partire in primis dal titolo guerresco o celebrativo, oppure legato a momenti di festeggiamento. Più colte e celate tra i pentagrammi sono le tecniche compositive della parafrasi della citazione musicale, con l’utilizzo di linee tratte dal mondo militare (quali gli squilli utilizzati per impartire ordini di movimento alle truppe), con l’inserimento nel tessuto imitativo di melodie quali il cosiddetto “tema della battaglia” a note ribattute ed altre melodie tradizionali coeve meno note, contrapposte ad invenzioni estemporanee di carattere ritmico e melodico.

 

GLI INTERPRETI

Ensemble La PifareschaStefano Vezzani, Marco Ferrari, Mauro Morini, Corrado Colliard, Fabio Tricomi
La Pifarescha nasce dall’esigenza ed il desiderio di ricreare lo stile, il suono ed il fascino dell’Alta cappella, un organico strumentale di fiati e percussioni fra i più diffusi nell’Europa del Medioevo e del Rinascimento, formazione autonoma d’eccellenza da sola, o di appoggio ad altri organici strumentali, vocali, o gruppi di danza.
La ricca varietà sonora de La Pifarescha nasce dalla pratica antica e attuale del polistrumentismo degli esecutori, unita ad un nutrito strumentario a disposizione (tromboni, cornetti, tromba da tirarsi, bombarde, flauto dolce, ciaramelle, flauto e tamburo, cornamuse, flauto traverso, tamburi, cimbali, triangolo, timpani, salterio…ecc…). La scelta degli organici è costantemente coniugata ad un’attenta ricerca sugli stili, le prassi esecutive, le caratteristiche e le problematiche dei differenti contesti storico, artistico, sociali all’interno dei quali si muovevano le figure dei musicisti dell’epoca. Un occhio attento è riservato anche alle contaminazioni con le tradizioni popolari, spesso conservate inalterate dal rinascimento fino ai giorni nostri.
L’organico, mutevole a seconda delle esigenze di repertorio, permette a questa peculiare formazione di strumenti a fiato (“piffari”), di variare dalla strutturazione quattrocentesca dell’ “alta cappella” a quella prima rinascimentale poi barocca dei “cornetti e tromboni”, formazione “nobile” di fiati per eccellenza nel seicento. Per questo La Pifarescha è in grado di offrire uno spettacolo in cui rivivono lo spessore culturale, le ricerche stilistiche, armoniche e timbriche, la raffinatezza, ma anche la gaia vitalità che hanno fatto dell’Europa nel Rinascimento un universo esaltante, ancor oggi vivo e base della nostra cultura moderna. Attiva in ogni campo dello spettacolo, La Pifarescha si è esibita non solo in programmi da concerto, ma anche in spettacoli con Compagnie di Danza, Attori, Ricostruzioni Storiche e Spettacoli Teatrali. In questa ultima veste, ha realizzato nel 2006 le musiche per “La fabula di Orpheo” di A. Poliziano, in collaborazione con il M.° Claudio Gallico, ideatore del progetto ed autore delle musiche, per la regia di Gianfranco De Bosio.
La Pifarescha, presente nei maggiori Festival in Italia e all’estero, ha inciso per CPO e Dynamic. I musicisti dell’ensemble sono regolarmente presenti nei più importanti Festival Internazionali, collaborano e hanno svolto un’intensa attività artistica con prestigiose formazioni quali: Ensemble Micrologus, La Petite Bande, La Reverdie, Freiburger Barockorchester, Il Giardino Armonico, The Harp Consort, Concerto Palatino, Accademia Bizantina, Venice Baroque Orchestra, Cappella della Pietà dei Turchini, La Stagione Armonica, Concerto Italiano, La Venexiana, De Labyrintho, Cantar Lontano, Cantica Symphonia, Hilliard Ensemble, Amsterdam Baroque Orchestra, Musiciens du Louvre, Huelgas Ensemble… Numerose le registrazioni per le maggiori emittenti televisive e radiofoniche, e le incisioni discografiche (Opus 111, Arts, Chandos, Ricordi, BMG, Deutsche Grammophone, Erato, Emi Classic, Glossa, Harmonia Mundi, Sony Classical, Decca…) che hanno ricevuto ottime critiche della stampa specializzata ed importanti riconoscimenti internazionali (Choc du Disque, 5 Goldberg, ffff Télérama, 10 Répértoire, Diapason d’Or de l’Année….).