22 ottobre 2018

Cinema Rosebud • REGGIO EMILIA • Lunedì 22 ottobre 2018, ore 21

Matrimonio in quattro • Tobias Segsa organo Hauptwerk

Proiezione del film muto
Matrimonio in quattro (The Marriage Circle) di E. Lubitsch (USA 1924)
con improvvisazioni di Tobias Segsa all’Organo Hauptwerk 

 

in collaborazione con Cinema Rosebud – Ufficio Cinema del comune di Reggio Emilia

INGRESSO LIBERO

 

NOTE DI SALA

Tra le sue commedie più efficaci, Matrimonio in quattro è un esempio classico del famoso tocco alla Lubitsch, ciò che Billy Wilder descrisse come la singolare capacità di dare anche ai particolari minimi la brillantezza e la leggerezza dell’arguzia. Ambientata nella Vienna degli anni Venti, la vicenda ruota attorno a due coppie, il dottor Braun e la neo mogliettina Charlotte, la migliore amica di Charlotte, Mizzi, sposata con il professor Stock. Tra i quattro si scatenano ambigui rapporti incrociati, con Mizzi che cerca di portare via all’amica il marito mentre Stock assolda un detective per coglierla in flagrante e poter così divorziare.

Tobias Segsa improvviserà con l’organo la partitura sonora di questo straordinario film.

 

Si ringraziano Sandra Campanini e tutto il personale del Cinema Rosebud per la disponibilità e la preziosa collaborazione.

INFO| Cinema Rosebud - Via Medaglie d’Oro della Resistenza, 6 – REGGIO EMILIA

 

L’ INTERPRETE

Tobias Segsa

Tobias Segsa è nato nel 1979 a Berlino. A 17 anni ha ricevuto le sue prime lezioni di organo da Martin Ludwig a Berlino come giovane studente del Julius Stern Institute della Scuola Superiore delle Arti. Dal 2000 al 2005 ha studiato musica sacra presso la Scuola di Musica Sacra Görlitz (2000) e all’Università delle Arti (2001-2005) a Berlino. Tra i suoi insegnanti c’erano Friedemann Böhme (organo), Karl Jonkisch (improvvisazione), il Prof. Friedrich Meinel (organo), il Prof. Wolfgang Seifen (improvvisazione) e Uwe Gronostay (direzione corale). Ha completato i suoi studi nel campo dell’improvvisazione d’organo per concerti con il Prof. Wolfgang Seifen presso l’Università delle Arti nel 2008. Inoltre, ha preso lezioni di perfezionamento in organo con Frederic Blanc, Pierre Pincemaille, Peter Planyavsky, David Briggs, Tomasz A. Nowak e altri. Dal 2005 Tobias Segsa è un musicista di chiesa della Parrocchia di San Giuseppe a Berlino – Köpenick. Nel 2014 è stato nominato musicista di chiesa regionale nell’Arcidiocesi di Berlino.

 

L’ORGANO HAUPTWERK

Fino a qualche anno fa, un organo elettronico, un elettroforo, per usare il termine tecnico usato per definire tale strumento musicale, era considerato, dagli esperti ma anche dai semplici appassionati, un bruttissimo ed improponibile surrogato del “Re degli strumenti”. Addirittura gli organisti lo chiamano, in modo sprezzante, “pornofono”! Ora una nuova, inaspettata e strabiliante tecnologia riesce a garantire una fedeltà, veramente impressionante, rispetto a uno strumento originale.
“Una biblioteca con gli organi più belli e famosi del mondo, con la quale poter suonare e scoprire, in qualsiasi luogo, ciascuno strumento, e con cui studiare ed eseguire i brani delle letteratura organistica sullo strumento più appropriato.” Questa è probabilmente la migliore descrizione in sintesi del progetto “Hauptwerk”, questo nuovo organo elettronico. All’atto pratico, il sistema “Hauptwerk” permette di poter suonare “copie virtuali”, ad altissima qualità, di numerosissimi organi di tutte le epoche e di tutte le scuole. E’ già disponibile una grande varietà di strumenti di varie nazionalità del periodo rinascimentale, barocco, classico, romantico e moderno, tra cui Arp-Schintger, Silbermann, Trost, Cavaille-Coll, Sauer e molti altri. L’impressione sonora è identica a quella che si ottiene ascoltando un’eccellente registrazione audio: ogni suono è riprodotto con la massima fedeltà, compresi pregi e difetti dell’originale, rumori meccanici di trasmissione, ventilatori e mantici, acustica ambientale. Tutto è riprodotto in modo da fornire un autentico documento sonoro interattivo: dunque è innanzitutto una grandiosa operazione culturale perché permette a chiunque (anche e soprattutto a chi non ha la possibilità di recarsi fisicamente presso gli organi originali) di poter eseguire le composizioni preferite sullo strumento più adatto.