Aula Magna “Pietro Manodori”dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia • Reggio Emilia • martedì 20 gennaio 2015, ore 21
MARIA PERROTTA • PIANOFORTE
ANTEPRIMA SOLI DEO GLORIA 2015 – In collaborazione con “INCONTRO ALLA MUSICA”
PROGRAMMA
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Aria con 30 variazioni
Variazioni Goldberg
BWV 988
Aria
Variatio 1 a 1 Clav.
Variatio 2 a 1 Clav.
Variatio 3 a 1 Clav. Canone all’Unisono
Variatio 4 a 1 Clav.
Variatio 5 a 1 ovvero 2 Clav.
Variatio 6 a 1 Clav. Canone alla Seconda
Variatio 7 a 1 ovvero 2 Clav.
Variatio 8 a 2 Clav.
Variatio 9 a 1 Clav. Canone alla Terza
Variatio 10 a 1 Clav. Fughetta
Variatio 11 a 2 Clav.
Variatio 12 Canone alla Quarta
Variatio 13 a 2 Clav.
Variatio 14 a 2 Clav.
Variatio 15 a 1 Clav. Canone alla Quinta. Andante
Variatio 16 a 1 Clav. Ouverture
Variatio 17 a 2 Clav.
Variatio 18 a 1 Clav. Canone alla Sesta
Variatio 19 a 1 Clav.
Variatio 20 a 2 Clav.
Variatio 21 Canone alla Settima
Variatio 22 a 1 Clav. Alla breve
Variatio 23 a 2 Clav.
Variatio 24 a 1 Clav. Canone all’Ottava
Variatio 25 a 2 Clav.
Variatio 26 a 2 Clav.
Variatio 27 a 2 Clav. Canone alla Nona
Variatio 28 a 2 Clav.
Variatio 29 a 1 ovvero 2 Clav.
Variatio 30 a 1 Clav. Quodlibet
Aria da capo
INFO| Aula Magna “Pietro Manodori” dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia – viale Allegri, 9 – Reggio Emilia
L’INTERPRETE
Maria Perrotta
Calabrese di nascita, ora residente a Parigi, Maria Perrotta è ormai una veterana di questo immenso capolavoro bachiano, che da quasi 25 anni suona in pubblico con grande dedizione. E notevole gradimento della critica sta ottenendo la sua nuova incisione delle Variazioni Goldberg per la Decca, in negozio da ottobre: l’autorevole Elisabetta Fava ha scritto sul numero ora in edicola del Giornale della Musica: «Maria Perrotta non ama incidere in studio e quindi anche questa edizione delle Goldberg è fatta dal vivo, particolare che dà un’emozione in più: la tenuta tecnica e di pensiero conferma nella giovane pianista calabrese il rigore e la solidità che già le conosciamo. Impeccabile negli scomodissimi passi scritti per doppia tastiera; vigorosa nei brani in cui esplode la carica energetica (variazioni 8, 10, 14, 18, 19, 22, per non dire le ultime); nitida, ma mai fredda, nella condotta delle parti; spiritosa nelle pagine più brillanti, che sprigionano letteralmente luce; mai ripetitiva nei ritornelli, che anzi servono a mettere in risalto nuove nervature (ma molto opportunamente, niente ritornello nell’ultima, commovente variazione in minore); e molto sensibile nel far emergere persino insospettate voci interne, sempre senza esagerare e al tempo stesso col coraggio delle proprie scelte». Non da meno alcune recenti recensioni su quotidiani italiani: «L’avvio è lento e non solenne, lieve e non frivolo nonostante la fiducia nelle curvature degli abbellimenti della melodia. Nel seguito, ogni numero trova sapore giusto, idee e tecnica zelante» (Angelo Foletto, la Repubblica); «È esaltante la sensazione di poterlo manipolare in mille modi: perché la sua musica è come un organismo vivente». La valorosa pianista Maria Perrotta si confronta con l’arte sublime delle Variazioni Goldberg di Bach, in modo personale. «Bach è libertà e godimento: 80 minuti quasi sempre in sol maggiore che non annoiano mai» (E.T.A. Hoffmann) e incrementano «produzione di onde alfa, coordinazione fra emisferi e capacità di apprendimento» (Giovanni Gavazzeni, Il Giornale); «Disarmante forza d’urto di una semplicità elevata ad illuminazione, a nobile, conciliante distillato di una musica squadernata nella sinestesia dei sensi. Dopo il vertice delle tre ultime Sonate beethoveniane, con la caparbia discrezione di chi crede al suo singolare percorso, Maria Perrotta torna a contemplare il precipizio delle bachiane Variazioni Goldberg BWV 988: trentadue cerchi concentrici scanditi con passo nobile e imperiosa naturalezza» (Elide Bergamaschi, Il Cittadino); «La Perrotta rivive il grande racconto con lo stesso spirito di ricerca e direi di stupefazione con cui ha rivissuto le ultime confessioni beethoveniane, ogni variazione ricreata come isola emozionale del fantastico arcipelago, l’«Aria» delibata con trasparente malinconia che si dissolve con lo scatto deciso della prima Variazione, poi il passo impettito della seconda, e così via in un caleidoscopio di contrasti e di intrigante virtuosismo che ci accompagna per settanta minuti, senza cali di tensione, fino al commiato finale, il ritorno di quell’«Aria» sulla quale la Perrotta sembra calare un’ombra nostalgica, come la separazione da un affetto che ci ha riservato così tante “gioie e dolori”, per dirla con Beethoven» (Gian Paolo Minardi, Gazzetta di Parma).
«Pianismo a metà perfetta fra il lussureggiante Alexis Weissenberg e il laser di Glenn Gould» (N. Carusi, Libero); «Il suono è sgranato, la tecnica è clavicembalistica, il disegno formale è nitido: se continua così, Maria Perrotta sembra destinata a diventare la Rosalyn Tureck italiana» (E. Girardi, Corriere della Sera); «È una figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale» (P. Isotta, Corriere della Sera). Applaudita come interprete particolarmente comunicativa, Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il “Rina Sala Gallo” di Monza, il “Premio Encore! Shura Cherkassky” (2008) e il Concorso “J. S. Bach” di Saarbrücken (2004), premio quest’ultimo che la impone sulla scena pianistica internazionale come una significativa interprete bachiana, riscuotendo ampi successi di pubblico e di critica: «Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale» (Saarbrücker Zeitung).
Maria Perrotta studia al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con Antonella Barbarossa e si diploma con lode al Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ottiene il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si perfeziona a Imola con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania con Walter Blankenheim. Nel 2007 si diploma con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di Sergio Perticaroli. Arricchisce la sua formazione con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier.
Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky Classica. Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica in cd la sua registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di Beethoven. Il cd viene accolto molto favorevolmente dalla critica: in particolare 5 Stelle e “CD del mese” della rivista Amadeus. Il 30 settembre 2014 Decca pubblica in cd la sua nuova incisione delle Variazioni Goldberg di J. S. Bach, registrate in concerto al Teatro Rossini di Lugo il 12 gennaio 2012.