Il Festival

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Soli Deo Gloria: Organi, Suoni e Voci della Città nasce a Reggio Emilia nel 2005 come prosecuzione dei concerti della Chiesa di San Francesco da Paola per volontà, amore e passione dell’organista Renato Negri che ne è stato e ne è tuttora direttore artistico.

Una piccola chiesa, quella di San Francesco da Paola, situata appena al di fuori dal centro storico della città, che grazie al restauro ed ampliamento del suo organo (ad opera dell’organaro reggiano Pierpaolo Bigi), diventa, dal 1995, centro di una attività musicale di portata internazionale. Sono nove le stagioni di concerti che si susseguono fino al 2004; il nucleo originario, costituito dai concerti d’organo, si amplia progressivamente affiancando allo strumento altri musicisti, gruppi corali e un nuovo clavicembalo (clavicembalo “Taskin-Goermans” del 1764, ricostruito da Guido Bizzi, di proprietà di Renato Negri e da lui donato alla comunità).

Già dalla prima edizione (1996) si avverte come prioritaria l’esigenza di coniugare la dimensione locale con quella internazionale, presentando un programma che affianca organisti di fama internazionale a giovani concertisti di sicuro avvenire, capaci di valorizzare appieno le potenzialità dei pregevoli strumenti presenti nella chiesa. La presenza di pubblico, nelle nove stagioni concertistiche, è notevole e sorprendente, smentendo così quel luogo comune che vede la musica per organo riservata a una nicchia di specialisti e appassionati.

Nel 2005 la svolta, con l’idea di estendere il progetto originario ad altre chiese della città e in seguito della provincia, allo scopo di valorizzare luoghi e spazi e dar voce agli organi presenti su tutto il territorio reggiano.

Dalla presentazione della prima edizione del 2005, l’intervento del direttore artistico Renato Negri:

«Dopo due lustri di attività, con all’attivo oltre 100 concerti, l’Associazione Cappella Musicale San Francesco da Paola, nata e sviluppatasi intorno all’organo dell’omonima chiesa di Ospizio, intende, da quest’anno, valorizzare anche altri luoghi e preziosi strumenti musicali presenti nel territorio della città. Infatti, oltre all’organo costruito da Pierpaolo Bigi di Ospizio, inserito nel “Orgelführer Europa” – una pubblicazione edita da un’autorevole casa editrice musicale tedesca – la nostra città possiede numerosi strumenti dovuti all’opera di valenti organari dei secoli passati. Nella rassegna “allargata” di quest’anno si vorrebbe offrire alla città Musica per organo e non solo, grazie alle esecuzioni di musicisti di fama internazionale e di giovani musicisti di talento, anche reggiani.
La stagione concertistica consentirà, inoltre, la riscoperta di alcuni strumenti poco noti conservati nelle chiese del Centro Antico insieme a quelli monumentali abitualmente in uso nelle solenni liturgie. Non manca, infine, l’auspicio in avvenire di ridare “fiato” a tutti gli organi presenti nel vasto territorio reggiano».
Renato Negri

La volontà di coniugare una dimensione universale della musica con una valorizzazione del patrimonio locale, si rispecchia in pieno nel titolo e nel sottotitolo scelti per la rassegna:

SOLI DEO GLORIA

Un titolo culturalmente universale, mutuato dalla sigla che Johann Sebastian Bach apponeva alle sue composizioni e che con libera traduzione può significare “all’unico Dio la gloria”.

Organi, Suoni e Voci della Città

Il punto di qualità più significativo: la valorizzazione degli organi e dei luoghi in cui questi sono collocati, le chiese, e dunque la riscoperta di spazi architettonici della città di singolare bellezza e pregio artistico, a volte sconosciuti ai più o inaccessibili.

Un concorso di energie, di condivisioni al progetto, ha reso possibile il salto dalla circoscritta realtà dei concerti di San Francesco da Paola a Soli Deo Gloria. In particolare, la giunta Delrio e l’allora Assessore alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, l’Avv. Giovanni Catellani, hanno colto la rilevanza culturale e civica delle stagioni musicali organizzate dalla Chiesa di Ospizio e già dal loro primo anno in carica si sono fatti promotori di Soli Deo Gloria: Organi, Voci e Suoni della Città. L’intervento dell’Assessore Catellani, tratto dalla presentazione della prima edizione della rassegna:

«(…) Ci è sembrato giusto organizzare una manifestazione culturale che valorizzi musica e luoghi della città nel nome del grande compositore di Lipsia. Così come ci è sembrato doveroso raccogliere, mettere insieme e diffondere le proposte culturali e le energie che in questi anni persone come Renato Negri hanno offerto ai cittadini. Tutti insieme per la nostra città».
Avv. Giovanni Catellani (Assessore alla Cultura – Comune di Reggio Emilia dal 2004 al 2014)

L’altro autorevole promotore, e padrone di casa delle location dei concerti, è la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, in particolare l’Ufficio Diocesano Beni Culturali e il Museo Diocesano nella persona di Mons. Tiziano Ghirelli, da sempre sensibile ad una concezione culturale aperta e innovativa secondo la quale la dimensione estetica propria dell’arte si coniuga naturalmente con la dimensione etica e dunque religiosa.

«Se è vero che “le Chiese sono ponti verso la Gloria”, come ebbe a scrivere il grande architetto spagnolo Gaudì, la nostra Reggio non manca di offrire luoghi di rilievo storico ed architettonico ove vivere l’incontro con il Soprannaturale; il connubio poi con la Musica può rendere la scoperta di tali spazi ancora più ricca».
Mons. Tiziano Ghirelli (Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla)

Da non dimenticare gli altri promotori oltre al Comune e alla Diocesi: la Cappella Regiensis, Reggio Iniziative Culturali e l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti “A. Peri – C. Merulo”, che danno un sostegno indispensabile nella realizzazione di Soli Deo Gloria.

Con il susseguirsi delle edizioni, alle circoscrizioni cittadine si sono uniti, inoltre, diversi Comuni e Parrocchie della provincia (nel 2019, ben otto comuni hanno aderito: Albinea, Bibbiano, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Quattro Castella, Rubiera, S. Ilario d’Enza, San Martino in Rio), che hanno colto l’opportunità di dare valore al patrimonio organistico delle proprie chiese, veri e propri gioielli storico-architettonici presenti sul territorio e non sempre conosciuti.